TRASUDAMERICA – Alla scoperta dell’Universo Magico
Pubblicato il 20 Giugno 2020 da maurizioCategorie: Piu Letti, Viaggi
TRASUDAMERICA – Maurizio Cioria (Sabir Editore) – “Racconti di un Viaggio Iniziatico alla scoperta dell’Universo Magico”. Un libro, un romanzo, un incoraggiamento a intraprendere la Via che conduce alla realizzazione di Sé. Scorri questo articolo poiché è costantemente aggiornato con nuovi estratti, citazioni, foto, contenuti extra e tanto altro ancora…
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1° estratto tratto da: “Introduzione”
“Ho sempre amato viaggiare, dipendesse da me sarei sempre
con la valigia in qualche aeroporto in giro per il mondo. Dico
aeroporto perché l’aereo rappresenta l’icona del viaggio lontano,
o forse perché è quanto vi è di più vicino al cielo, ma va
benissimo qualsiasi mezzo che permetta di raggiungere un luogo
sconosciuto. Non importa la destinazione, quel che conta è sapere
che dall’altra parte c’è un posto da scoprire.
È una vera dipendenza. Sento l’esigenza di conoscere gente,
confrontarmi con altre culture, respirarne la storia, le atmosfere,
vivere nuove sensazioni, anche se mi basta solo sentire l’odore
di cibo e spezie fondersi al vociare frenetico agli angoli di strada
per provare una gioia di cui non so più fare a meno.
Quella del viaggio è una passione che condivido con la mia
compagna e con il passare degli anni il nostro concetto di
viaggio si è modificato. Gradualmente le valigie si sono
trasformate in zaini e i nostri viaggi sono diventati più lunghi,
meno organizzati e sempre più alla ricerca di qualcosa di
profondo e indefinibile.
Ogni viaggio mi ha arricchito, ha aggiunto un tassello, ha messo
in moto qualcosa. Ognuno occupa un posto nel mio cuore e
merita di essere ricordato, ma quello di cui vi voglio raccontare è
profondamente diverso da quelli fatti in precedenza.
Questo viaggio è avvenuto in un momento particolare della
mia vita: ha rappresentato la conclusione di un percorso di
trasformazione umana e spirituale iniziato due anni prima tra
le montagne e i luoghi sacri del Perù e del Messico ed è maturato
attraverso un lungo anno sabbatico d’introspezione e crescita.
“Era il gennaio 2007 quando siamo atterrati a Buenos Aires
e, attraversando la Patagonia argentina, siamo arrivati fino
alla Terra del Fuoco, all’estremo sud del mondo, da cui siamo
risaliti lungo le Ande fra Cile e Argentina, fino al Lago Titicaca
e l’altipiano della Bolivia, per poi rientrare in Argentina, a
Buenos Aires, dove il viaggio aveva avuto inizio circa quattro
mesi prima.
Per le strade del Sud America abbiamo conosciuto persone
eccezionali, incontrato angeli, fratelli, maestri spirituali e
curanderos della tradizione andina. Abbiamo fatto esperienza
diretta di quello che oggi definisco Universo Magico, un mondo
parallelo a quello ordinario fatto di mistero, sincronicità, luoghi
di potere, valli sacre e montagne parlanti e dove è possibile
incontrare e interagire con esseri che vivono in altre dimensioni
della realtà.
Questo libro vuole essere il racconto delle desolate e immense
terre dell’America Latina, tra deserti di sale, ghiacciai, foreste,
lagune colorate e la maestosa Cordigliera delle Ande come
sfondo. Soprattutto vuole essere la narrazione dello straordinario
Viaggio Iniziatico fatto nelle profondità dell’Anima attraverso
gli insegnamenti ricevuti dalle tante esperienze vissute e dai
Maestri incontrati sul nostro cammino.
L’Universo Magico è quell’intelligenza che si cela sotto la
superficie delle apparenze ed è fatto di segni, coincidenze,
messaggeri ed eventi sincronici. È quello che ti fa perdere quando
hai bisogno di ritrovarti e che permette di ritrovarti, quando
pensi di esserti perso.
Oggi, a distanza di anni, ritengo l’iniziazione all’Universo
Magico un’esperienza soggettiva e personale e che avvenga
semplicemente lasciandosi trasportare con leggerezza dalla magia
e dal mistero presenti nel lato “nascosto” dell’Esistenza.
Durante quei giorni tenevamo un vero e proprio diario di
viaggio su cui scrivevamo pensieri, riflessioni e racconti delle
nostre esperienze. Molte parti di questo libro provengono
direttamente da quelle pagine, dalle e-mail con cui facevamo i
resoconti delle nostre avventure e, soprattutto, dagli indelebili
ricordi scritti nel profondo della mia Anima.
Siete pronti a viaggiare con me?”
2° estratto aggiunto il 16 luglio 2020: “Ma dov’è finito il mare?”
“…In America Latina le distanze tra le città sono enormi e una delle soluzioni migliori è viaggiare di notte. Le linee ferroviarie non sono molto sviluppate: al loro posto ci sono numerose compagnie di pullman che partono da terminal con tanto di piazzole numerate. Scoprimmo in Perù che l’utilizzo dei pullman era la migliore soluzione per le grandi distanze, poiché permette di ottimizzare tempi di spostamento e risparmiare sul pernottamento. I pullman di prima classe sono dotati di bagno, televisione e, a seconda della tratta, persino di servizio pasto come sugli aerei. Soprattutto permettono di riposare abbastanza bene poiché hanno sedili molto distanziati tra loro, tanto che c’è la possibilità di reclinarli quasi come un vero letto. Si chiamano appunto semicama ovvero “semi-letto”. Con un pullman notturno lasciammo Villa Gesell, scendendo sulla costa atlantica in direzione sud. Ci fermammo una notte a Bahia Blanca ma, a parte il caldo afoso, sembrò non aver altro da offrirci, per cui proseguimmo lungo la costa e raggiungemmo San Antonio Oeste.
Il pullman ci scaricò in un terminal sperduto, erano le 5.15 del mattino ed eravamo quasi gli unici a scendere. Ci dirigemmo verso il centro, o verso dove le case erano più fitte. Si trattava di edifici bassi, a un solo piano, disposti su strade larghe e polverose, abitate da cani randagi che scorrazzavano e, apparente mente, da nessun altro. In tutto una trentina di case immerse in un silenzio spettrale: sembrava un paese abbandonato.
Arrivammo nei pressi della spiaggia, dove trovammo pescherecci e imbarcazioni mezze arrugginite riverse su un fianco. La giornata era nuvolosa con un po’ di brezza: scattammo qualche foto e ci sedemmo su uno scalino ad aspettare che l’unico bar aprisse.
Nel frattempo decidemmo di scegliere una sistemazione per la notte e andammo a sentire nella speranza che l’hotel fosse già aperto. Ci accolse un’anziana signora in carne che ci mostrò una camera: era semplice, ben illuminata, con un letto comodo e il bagno pulito. La colazione era inclusa. C’era tutto quel che cercavamo.
San Antonio Oeste si trova in un luogo ben riparato nella baia di San Matias, dove arrivano correnti oceaniche calde e l’acqua è meno fredda di quanto lo sia abitualmente a queste latitudini. Era alta stagione, per cui ci sembrò strano arrivare e non trovare nessuno: ma molto presto scoprimmo perché…”
3° estratto aggiunto il 23 luglio 2020: “Benvenuti alla fine del mondo”
Tratto da “Capitolo 1 – Benvenuti alla fine del Mondo”
“…Spesso però un faro non rappresenta solo quel che è di per sé, per un marinaio rappresenta dove c’è casa o dove lenire le solitudini di tanti giorni in mezzo al mare, avvisa le navi nella nebbia dei pericoli della costa, il suo fascio luminoso rappresenta l’archetipo della direzione da seguire nel buio della notte, fa in piccolo quello che le stelle fanno in grande nell’indicare la via.
E poi, dopotutto, era pur sempre il faro alla fine del mondo…”
(Nella foto il faro di Ushuaia, Terra del Fuoco argentina, la città di dove “finisce il mondo”)
…continua alla prossima puntata…