“TRASUDAMERICA – un Viaggio alla scoperta di Sè” (3° estratto)
Pubblicato il 18 Agosto 2020 da maurizioCategorie: Viaggi
“TRASUDAMERICA – è un diario di viaggio, un romanzo, un incoraggiamento ad intraprendere la Via che conduce alla realizzazione di Sè. Un libro che parla del viaggiare, di luoghi, di emozioni, di trasformazione, crescita, ma racconta anche le tante belle persone incontrate durante il cammino, con molte di esse siamo rimasti ancora in contatto, con alcuni siamo diventati “amici fraterni” e che nel tempo (mai abbastanza…) ci sono venuti a trovare in Italia dandoci la possibilità di ricambiare (mai abbastanza…) la grande ospitalità che ci hanno riservato durante quei giorni…
Estratto da “Angeli sul cammino: Giancarlo”
“…Arrivammo a Castro che era quasi buio. Giancarlo doveva
riportare a casa Fernanda, così avremmo avuto modo di conoscere
anche sua zia Rossanna. Eravamo un po’ preoccupati di
fare tardi per trovare una sistemazione per la notte, ma ci rassicurò
che ci avrebbe poi accompagnato lui a cercare un hotel.
Lasciata la strada principale salimmo per una via secondaria
che, con una serie di curve, s’inerpicava su una collina, svoltammo
su un vialetto inghiaiato e, dopo aver oltrepassato una
cancellata aperta, parcheggiammo in un piazzale a lato di una
villetta. Era una struttura in legno su due piani, sul fronte c’era
una grande parete a vetrata che s’inclinava in alto, dove si univa
al tetto con giochi di raffinata architettura e, sull’angolo a
sinistra, una tettoia spiovente proteggeva l’ingresso principale.
«Ma questa casa è fantastica» disse Niki.
«È molto bella» rispose Giancarlo accompagnandoci all’interno.
Sua zia Rossanna era una donna minuta, con ricci capelli castani
che le ricadevano sulle spalle e la carnagione inscurita dal
sole. Ci accolse sorridente nell’ampio salone e dopo le presentazioni
c’invitò a seguirla.
Ci accomodammo attorno a una penisola che si prolungava
dal piano della cucina. C’era un uomo che stava sbrigando
alcune faccende e nel vederci ci salutò, poi tirò fuori alcuni
bicchieri e con una bottiglia di vino ci raggiunse a sedere.
«Lui è Guillermo» lo presentò Rossanna.
Le luci del tramonto non erano ancora del tutto svanite e dalle
ampie vetrate c’era una vista pazzesca. Sparse qua e là si potevano
vedere piccole macchie luminose delle zone abitate lungo
le coste frastagliate della baia.
«Non vorremmo disturbare. Giancarlo ci ha raccolto per strada
per darci un passaggio a Castro e ha insistito perché ti conoscessimo»
dissi imbarazzato per l’intrusione serale nella loro casa.
«Macché disturbo. È un piacere avere gente a casa. Poi siete
italiani» minimizzò lei sorridendo.
Rimanemmo a chiacchierare per una mezz’ora, ci chiesero del
viaggio e Rossanna raccontò delle sue discendenze italiane.
«Avrete fame» e si alzò per andare al frigorifero.
Tirò fuori del formaggio, un po’ di frittata rimasta forse dalla
loro cena, del pane e del salame per accompagnare ottimo vino.”
(Continua alla prossima puntata)
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