Un’altra “freccia” si è spezzata
Pubblicato il 26 Luglio 2011 da maurizioCategorie: Eventi
Commento al Seminario “Rompi la tua Freccia” del 24 luglio 2011.
Anche questa volta è andata, la freccia si è spezzata.
Effettivamente è vero, per quante frecce tu possa aver già rotto ogni freccia in fondo è diversa, certo, quello che gli si mette come significato metaforico è diverso, è sicuramente diversa l’esperienza per come la vivi, è diversa l’energia che si crea nel gruppo durante la preparazione all’evento, ma fondamentalmente sei diverso tu!
Per quanto mi riguarda, questa l’ho vissuta come organizzatore del seminario, dovevo stare attento che tutto fosse perfetto, ogni cosa doveva funzionare per il meglio. Gente da mezza Italia stava arrivando e dovevano essere accolti con calore, alcuni sistemati a dormire, senza parlare dell’evento in se…, coordinare tempi, musiche e rendere pratiche ed efficaci idee e “improvvisazioni” (chi conosce Nino sa che cosa intendo…), che all’ultimo momento semplicemente “arrivano” chissà da dove. Senza contare il tempo meteorologico, che stando alle previsioni per la giornata, dovevano esserci tuoni, lampi, fulmini e tempeste…
Lavoro “extra” anche per quello!!!
Sono stato talmente occupato a tentare di accorgermi di tutto, che quando Nino ha portato il gruppo a focalizzarsi sull’oggetto del seminario, ovvero a qualcosa da caricare metaforicamente nella freccia da rompere, non avevo niente da metterci.
Non che non abbia cose che mi riguardino da sistemare, siamo tutti sulla stessa barca a questo mondo, semplicemente non ho avuto il tempo di pensarci.
Mano a mano che il tempo passava, però, mi accorgevo che la “mia freccia” era in mano a ciascuno dei partecipanti, le mie paure le rivedevo riflesse nei loro occhi, le loro emozioni erano le mie emozioni, ogni uno che rompeva la sua freccia rompeva anche la, mia ed io rompevo la loro.
In passate esperienze (sono alla mia terza freccia), sono stato focalizzato soprattutto su di me, questa volta non ero “io”, ma mi sono sentito semplicemente “NOI”.
Per la cronaca le frecce (vere frecce da arco con tanto di punta in ferro), sono state rotte tutte e da tutti, e per la mia esperienza e a detta di Nino che ne ha sicuramente più di me, sempre con maggior velocità, sicurezza e decisione. Significa che la gente che frequenta i seminari ha un livello energetico, un equilibrio e una voglia di superarsi sempre più alta.
Grazie a Nino per aver fortemente voluto questo seminario, e per la sua straordinaria capacità di saper “leggere il momento”. Una guida sicura per tutti. Grazie alla mia compagna Nicoletta che mi accompagna (scusate il gioco di parole) in questa strana e meravigliosa avventura, e che spesso mi ha aiutato a tirare fuori il meglio di me (…e per aver rotto la sua freccia, non facendomi fare brutte figure…), grazie a chi ha partecipato, magari seguendo un “segno”, una freccia, un volantino, un impulso o semplicemente ha avuto fiducia in noi. Soprattutto grazie a chi in questo mondo, cadendo, rialzandosi, perdendo e ritrovando l’equilibrio, semplicemente si sforza di essere una persona migliore. Per ognuno che ci riesce anche solamente un poco, ci riesco un poco anch’io.
Non dimentichiamoci che siamo tutti sulla stessa barca.
Un abbraccio.
Maurizio, Il Giardino Interiore
E’ una magnifica giornata di sole di inizio Agosto, dalla spiaggia guardo il mare mentre i pensieri vanno a quella domenica in cui un cielo grigio cosparso di nuvole cariche di pioggia ha accompagnato la rottura della mia prima freccia.
Dopo un trattamento shiatsu Maurizio mi ha detto che quella domenica ci sarebbe stato un seminario chiamato ROMPI LA TUA FRECCIA, mi ha spiegato brevemente in cosa consisteva e poi ha aggiunto:
– Ci sono persone a cui potrebbe fare bene un’esperienza del genere e altre a cui potrebbe fare MOLTO bene, vedi tu!-
Venerdì mattina mentre stavo andando al lavoro ho fatto una piccola deviazione, sono andata in cima al molo di Cesenatico, il sole caldo, il mare luccicante e una dolce brezza mi hanno “ispirato” ed ho telefonato per dare la mia adesione al seminario. Ho sentito il bisogno di fare questa esperienza, anche se non ne avevo mai sentito parlare prima, ho sentito il bisogno di cogliere l’occasione di sperimentare cosa avrebbe significato per me.
Domenica mattina arrivata al seminario Maurizio mi dice – Buongiorno!-,
-Speriamo!- rispondo io
-Come sarebbe a dire SPERIAMO, sarà un BUON GIORNO!- ribatte lui.
Così mi trovo in compagnia di una trentina di persone, ognuno con la sua vita, la sua storia, la sua realtà, ma tutti lì INSIEME a confrontarsi con se stessi, con i propri limiti e paure. Dopo la prima sensazione di voler scappare via, gli eventi hanno fatto il loro corso ed io mi sono lasciata andare ad un mare di emozioni altalenanti. Ciò che mi ha stupito più di ogni cosa è stato il fatto di essermi completamente affidata a degli “sconosciuti”, mi lasciavo cadere e loro mi prendevano, non avevo dubbi, nè incertezze, mi sono lasciata andare. Mi sono sentita sostenuta e rassicurata dalle mani dei miei compagni, ho sentito che erano lì per me ed io ero lì per loro. Per una che fino a qualche mese fa voleva controllare sempre tutto è stato un grande progresso.
Ho sentito la paura che si prova prima di ogni sfida, paura che poi si discioglie quando capisci che è il tuo momento, che tocca a te, che sei pronto.
Ho avuto problemi con il RADICAMENTO, non riuscivo a sentire le radici, mi veniva da piangere, finchè, mentre ero ad occhi chiusi, ho sentito la voce di Maurizio che mi diceva di mettere le mani sul ventre e di rilassarmi, di sentire il radicamento, di respirare e di rimanere concentrata, il mio compagno mi ha spinto e io per un po’ ho resistito alla spinta, non per molto, ma è già qualcosa.
Non è stato facile soprattutto quando ti trovi ad affrontare quella parte di te che ti fa più paura, che vorresti nascondere e dalla quale ti vorresti nascondere. In questa occasione però ho voluto dare ascolto ad ogni parte di me, perchè ho capito che IO SONO COSI’, sono questa persona, a volte fragile e indifesa, altre determinata e coraggiosa.
Anche la pausa pranzo ha avuto un suo significato, per me è stato un momento in cui le tensioni e le emozioni legate alle prove che stavamo superando per conoscere meglio noi stessi hanno lasciato il posto alla leggerezza della convivialità e ho approfittato di quel momento per conoscere meglio i miei compagni di viaggio. Ho avuto la fortuna di sedere accanto a Nino e di poter chiacchierare con lui dei miei TORMENTI ESISTENZIALI, come se ci conoscessimo da sempre.
Poi la prova finale:
La rottura della freccia è stato il momento culminante di tutto il percorso. Dopo aver visto e partecipato emotivamente alla rottura delle frecce dei mie compagni fino alla commozione, ad un certo punto ho sentito che ero pronta, così mi sono avvicinata al muro, ho appoggiato la freccia alla gola ho ripensato a ciò che volevo lascare andare e agli obiettivi che la freccia rappresentava per me, all’inizio ho sentito una pressione dolorosa che poi è magicamente svanita e così ho rotto la mia freccia, senza eccessiva paura (ero pronta), senza eccessivo sforzo (solo quello necessario) e senza lacrime, ma comunque con tanta emozione.
In quel momento credo di aver raggiunto quell’ EQUILIBRIO che pensavo lontanissimo da me, composto da un giusto mix di paura e coraggio, freddezza ed emozione. E’ stato come se il fatto stesso di mettersi alla prova portasse gia’ ad averla, in parte, superata.
La freccia si è spezzata in due, i due obiettivi che desidero raggiungere e le due cose che ho voluto abbandonare, poi ho raccolto e ricomposto le due parti, parti che fanno entrambe parte di me, di una unità e mi sono sentita più grande, più forte, più coraggiosa.
Le emozioni sono continuate amplificate nel cerchio finale, dove ognuno di noi ha condiviso con i compagni il significato dell’esperienza appena vissuta.
Per i due giorni successivi ogni volta che chiudevo gli occhi mi trovavo in quel cerchio, insieme a quelle persone alle quali ho dato e dalle quali ho ricevuto tanto.
La freccia ha rappresentato per me una ROTTURA con un passato e allo stesso tempo una CONFERMA che è iniziato un nuovo capitolo della mia vita, che ho iniziato un cammino, che questo è il mio cammino, il cammino giusto per me, che non sono sola ad affrontarlo e mi sento FORTUNATA.
Se dovessi riassumere in poche parole la complessa esperienza che ho vissuto direi:
FIDUCIA e LASCIARE USCIRE/LASCIARE ENTRARE
Ho appeso la mia freccia al muro davanti al mio letto così non mi dimentico di essere una GUERRIERA.
Cristina
Ciao Cristina
non ti conosco ma ho letto la tua esperienza leggendoti mi sono emozionata con la tua storia…
brava complimenti sono felice per te.. sei stata forte non è facile superare le paure… e posso solo immaginare la tua felicità quando sei uscita guerriera di questa giornata che ti ha portata verso la giusta strada dal mare alla collina…ti faccio tanti auguri per tuttociò che ti aspetta Ciao Elena
Ciao Elena, mi ha fatto piacere leggere le tue impressioni sul racconto della mia freccia. Credo che tu abbia colto nel segno quando parli del CAMMINO DAL MARE ALLA COLLINA. Io penso che ognuno di noi ad un certo punto del cammino si trovi di fronte alla propria MONTAGNA DA SCALARE, piccola o grande, vicina o lontana che sia, l’importante è saperla riconoscere e riuscire ad affrontarla. Se devi fare “quella cosa” prima o poi ti si presenta l’occasione di farla, se non riesci a coglierla presto o tardi ti si ripresenterà (non mi riferisco solo all’esperienza della freccia). In bocca al lupo.
…già che ci sono…
LA FRECCIA 30 GIORNI DOPO
Mi accorgo che di diverse cose che ho sempre avuto davanti agli occhi, ma che non vedevo, cose molto semplici come un albero, un fiore, un animale, una persona, una parola, un’emozione, un pensiero. Mi accorgo che a volte si verificano curiose coincidenze che mi portano a incontrare PERSONE, a sentire parlare di ARGOMENTI che mi interessano, o che semplicemente mi portano DOVE DEVO ESSERE, anche se a volte (e ultimamente accade spesso) non conosco nessuno o quasi.
Mi stanno arrivando dei REGALI (a me piace chiamarli così) cose molto semplici, ma che mi fanno stare bene, come una mail da un’amica che non sentivo da tempo, un invito da parte di amici che desideravo vedere, un’amica che mi presta il libro di cui avevo sentito parlare e che desideravo leggere, una porta aperta al momento giusto e altri ancora.
Mi è anche arrivato un regalo molto materiale, ma bellissimo e anche molto significativo, una bici da corsa! Mio marito mi ha chiesto come l’avrei chiamata, io per la verità non ho mai pensato di dare un nome ad una bici, poi guardando il calendario noto che è il 25 Agosto e che si festeggia S. Ludovico, su internet scopro che il significato del nome è GUERRIERO VALOROSO. Così l’ho chiamata LUDOVICA ed è con lei che ora gironzolo su e giù per le nostre colline.
NINO AVEVI RAGIONE! non che ne dubitassi, ma ne ho avuto la conferma, se qualcosa cambia, poi tutto cambia.
Il meccanismo si è messo in moto.
Cristina